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Un'entitÀ chiamata "europa"
di Der Rotbart

 

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi
e quanto scritto nello spazio giallo sono generalmente della Redazione


     È dal "Trattato di Roma" (1957) in poi che, entro una non meglio identificabile entità chiamata "Europa", i masson-servi di Francoforte-Parigi e quelli (un po' più farisei) di Londra-Amsterdam fanno entrare di tutto e di più: CECA, Euratom, CEE, SME-ECU, UE, €uro, Maastricht, Schengen, Basilea...; di TUTTO meno che lo "Spirito", quale che esso sia, che da sempre DÀ ANIMA al FANGO.
 

 


     Per di più, è da una vita che la gente europea e fra essi gli itaglioni (primi della classe fra gli "yesman") vengono "invitati", via N.A.T.O., a partecipare a "novelle Crimee", di cavouriana memoria, in Libano, in Somalia, in Kosovo-Methoia, in Afghanistan, in Libia... con morti, feriti e dissanguamento di «Rossi contribuente Mario» [C'EST L'ARGENT QUI FAIT LA GUERRE]
 

 


     Una "Europa" siffatta interessa, ovviamente, ad un'esigua minoranza di "addetti ai lavori" e ai loro capi-cantiere, progettisti e committenti, mentre al popolo minuto d'Europa PUÒ (forse) bastare la conservazione di una "tettoia", a protezione di antiche e proprie relazioni sociali, nomata «civiltà europea».
 

 


     La «Civiltà Europea» non ha bisogno di "trattati", anzi li teme e viene ab immemorabili, mattone su mattone, dall'impero Romano, da quello Bizantino, da quello Germanico, da quello Absburgico, da...: non ha radici culturali, che prima o poi "passan di moda", rinsecchiscono e muoiono o, men che meno, politiche; le radici son quelle, spirituali, di san Benedetto da Norcia, di san Patrizio d'Irlanda, di san Luigi di Francia, di sant'Alberto Magno di Colonia, di san Stanislao di Cracovia, di santo Stefano d'Ungheria... e del beato Marco d'Aviano, nonostante Marat, Danton, Robespierre... e Voltaire.
 

 


     Va da sè che con quanto appena detto la UE di Bruxelles e di Strasburgo non ha relazione alcuna, nemmeno parziale; le "relazioni" i pagliaccetti di Bruxelles (soprattutto) e di Strasburgo (in parte) le hanno con "società" secretate, ma NON segrete, come la «Fabian Society» (Londra, 1884), la «Pilgrim's Society» (New York, 1903), la «Round Table Organization» (Londra, 1909), il Royal Institute of International Affairs» (Londra [Parigi], 1919), il «Council on Foreign Relations» (New York, 1921), lo «Aspen Institute» (Colorado, 1949), il «Bilderberg Group» (Oosterbeek, 1954), la «Trilateral Comission» (Tokyo, 1973)... etc... etc...
 

 


     E, proprio perchè le "secretate" non son «nate_ieri», esse sono testimonio di come si fa a piegare-dirigere le singole politiche statali (STATALI, ovviamente, e NON 'nazionali' !) verso lo «ONE WORLD GOVERNMENT», anche attraverso TRAGEDIE, come la 1ª guerra EUROPEA ( 1914-18 ) e la 2ª guerra EUROPEA (1939-45), da esse e solo da esse VOLUTE, simil tank passanti sui corpi e sulle anime degli Europei.
 

 


     E, poichè le "secretate", di cui sopra, han per genitore «il padre della menzogna, che è OMICIDA sin dall'inizio», una, due... guerre altro non sono, per loro, che "competitions" di alcune di esse contro altre, per la conquista della pole-position come "team_leader" nel mondial-project per l'«ONE WORLD GOVERNMENT».

Der Rotbart

 

 


     PS - Così sono state fatte andare le kose in Europa fra il 1º tempo ( 1914-18 ) ed il 2º tempo ( 1939-45 ) del football-game MASSONICO:
«Le commissioni di controllo del trattato di Versailles non vedevano nulla: e come potevano vedere il principale poligono di tiro, in cui si addestravano gli artiglieri tedeschi, se esso era sito a Luga, nei pressi di Leningrado?
O se i carristi delle Panzer-Divisionen imparavano a pilotare i loro blindati, fabbricati dalla Krupp e dalla Rheinmetall, in territorio russo, a Katorg presso Mosca?
Tutti gli aviatori tedeschi, che combatterono sui fronti di guerra fra il 1939 e il 1942 vennero formati sui campi di Lipetsk, di Saratov e della Crimea.
Il trattato di Rapallo in fondo sancì questa semplice verità: senza Stalin, Hitler non sarebbe stato possibile, né Stalin senza Hitler...» [ Epiph. , 2002 ].
 

 

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